Foscolo Matassi

colloquio con Alfonso Sassolini, a cura di Stefanie Risse

Nato nel 1882, era un personaggio di altri tempi. Seppure discendente di un' antica famiglia di armaioli, di suo padre non si seppe niente e la madre Rosena finì presto in galera per il contrabbando di tabacco e polvere nera.
Foscolo, da ragazw circa dodicenne si trovò per la strada, - insieme a due fratelli - ma la fortuna volle che venne preso dalla famiglia Busatti dove crebbe, accanto al suo amico Livio, quasi come un fratello. Vi rimase per tutta la sua vita.
Negli anni 30, lui fu uno dei primi - forse il primo - che si interesso di antiquariato ad Anghiari.
Lui aveva scoperto il tesoro di mobili e oggetti antichi conservati nei conventi e monasteri. Gli piacquero, e visto che era un periodo che questi luoghi si vuotavano, lui riuscì ad acquistare tanti di questi beni a buon prezw. Girava tutta la Valle, e su fino alla Emilia Romagna, al Montefeltro e a Sarsina.
La sua grande camera nella Villa Miravalle era piena di mobili ed oggetti antichi e di culto; per qualche angelo, vendutogli dai frati, ebbe contestazioni; una sua bella Madonna del Quattrocento si può ammirare nel museo di Cortona.
Beppe Mazzi restaurava i mobili e oggetti per lui, e nelle famose gite del venerdì - il
suo giorno libero - venivano trasportati a Firenze, per essere venduti.
Il gruppo che partiva regolarmente per Firenze era composta da Santino di Berto, noleggiatore e grande buffone; da Giuseppe Testi che visitava la sua amante, dalla Mite, che faceva la rigattiera e talvolta dal giovane Alfonso in visita ai suoi zii fiorentini. Chissà che divertimento!
Nonostante fosse un' uomo brusco, fisicamente forte, di spalle larghe e petto grosso, Foscolo aveva un gran senso per la bellezza delle cose che riconosceva con istinto sicuro.
Altra particolarità: cucinava da Dio!

 

tavolo intarsiato da Mastro Santi Del Sere


Da bambino, andando per i boschi, aveva avuto un' apparizione di un cavaliere sul cavallo, senza faccia. Rimase molto legato alla sua fede mistica, misteriosa, piena di superstizioni.
La sua morte stessa aveva qualcosa di mistico: morì proprio la notte del 2 maggio del 1962, alla vigilia della sua amata Festa del Crocifisso. Le sue ultime parole, rivolte verso chi stavolta non c'è l'aveva fatta a salvarlo in tempo: "assassini me fete morire!"

Foscolo Matassi, 1882-1962

 

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