ARTE E ARTI
Tante cose si potrebbero dire o scrivere sull' Artigianato Artistico,
ma noi preferiamo parlare di Arti Applicate. Potrà sembrare un
termine un pò démodé, che risente di un periodo storico
dell'inizio del secolo scorso, ma non a caso con i colleghi della Asnart
- CNA abbiamo definito il nostro documento principale su questi temi (che
contiene anche le linee di azione e le nostre istanze) "Manifesto".
"Manifesto per le Arti Applicate del Nuovo Secolo", lo abbiamo
definito, per far intendere che vediamo un futuro per quelle attività
(siano di produzione o di servizio) che si qualificano per la qualità
e la creatività insite in loro.
La ricchezza del patrimonio di cultura e di fantasia, di abilità
e di tecnica non va assolutamente dispersa, anzi va esaltata da una politica
che veda artefici le associazioni, gli enti culturali, le pubbliche autorità
locali e centrali. Il sapere è di per se stesso un valore, ed il
saper fare è comunque una conoscenza che va salvaguardata.
Le Arti che una volta si definivano "minori" hanno comunque
dei contenuti "culturali". Perché oggi preferiamo, come
detto, definirle "Applicate"? Applicate ad una funzione, ad
un oggetto che assolve ad un compito definiamolo "primario"
e che da queste arti viene caratterizzato e riceve un "valore aggiunto".
Pensiamo alla oreficeria: un anello, una collana, degli orecchini non
rispondono ad altra esigenza che non sia quella di dare piacere con la
loro valenza estetica spesso carica di simbolismi ed espressa, comunque,
attraverso materialidi grande valore. E' una cosa interessante e significativa
che la grande collaborazione tra artisti e designers ed alto artigianato
abbia avuto uno sviluppo proprio nella vicenda dei gioielli.
L'accettazione di un oggetto originale che comincia oggi a caratterizzare
il mercato costituisce
di per sé una manifestazione della capacità culturale del
consumatore e riteniamo che questa tendenza si affermerà sempre
di più in futuro e proprio nel settore delle Arti Applicate.
Quindi vi sono grandi spazi per chi saprà dare prova di rinnovamento
estetico, di innovazione del prodotto. Le semplici imitazioni di antichi
stili e la produzione industriale, di massa, non ispirata a sentimenti
artistici non potrà trovare questi spazi. Accanto alla capacità
innovativa la "tecnica" costituirà sempre più
il sapere fondamentale del vero Artigiano, tecnica che egli consolida
ed arricchisce con l'esperienza del lavoro. Ci troviamo di fronte ad un
vero e proprio capitale dell 'impresa, intellettivo e morale che formerà
il suo carattere distintivo.
Il pubblico lo riconoscerà e lo apprezzerà per questo, si
fiderà dell'Artigiano e del suo lavoro. Saprà che nell'affrontare
la strada che punta all'ideale del bello egli utilizzerà anzitutto
la tecnica adatta. Ciò garantirà non solo il risultato estetico
dell' attività, ma anche la conservazione dell' opera, sia manufatto
che prestazione. Pensiamo al restauro: quante imprese di qualità
hanno saputo emergere accanto agli illustri restauratori, storici dell'
arte e studiosi.
Queste imprese ancora oggi sono in grado di
garantire una prestazione "a perfetta regola d'arte", come si
diceva una volta. Questo significa una garanzia per la collettività
sui beni culturali tutelati, ma costituisce anche per il privato una sicurezza
che il proprio "valore aggiunto affettivo" connesso all'oggetto
da restaurare e conservare durerà nel
tempo. Ogni lavoro ha le sue tecniche e l'Artigiano affronta
l'impresa con entusiasmo fin dal momento in cui nasce in lui l'idea che
poi realizzerà.
"Progettazione" si chiama oggi questo processo. ma la progettazione
che nasce spontanea nella mente dell'Artigiano deve trovare, oggi, una
sua realizzazione concreta. Anche la progettazione. il "Progetto",
l"'Ideazione" sono un valore e vanno. come tali, conservati:
di essa deve restare memoria su carta (se possibile più conforme
al nostro modo di intendere il lascito culturale che il "Progetto"
sottende), ma, al limite anche sul computer. Il valore che va conservato
è costituito dall 'Idea" e dalla sua oggettivazione, l'Oggetto''.
Anche perché l'oggetto e la sua creazione sono una affermazione
concreta dell'umanità dell'uomo il cui cammino su questo pianeta
sarà testimoniato per sempre dalle "cose" che si lascerà
dietro.
LUCIANO BIGAZZI Presidente Nazionale
Federazione Attività Artistiche e Culturali
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