PRESENTAZIONE MOSTRA DELL' ARTIGIANATO DI ANGHIARI
Con la ricostruzione industriale del dopo guerra, siamo passati da un'
economia autarchica contadina ed artigiana, al privilegio di un sistema
produttivo dove la quantificazione del lavoro prendeva il sopravvento
sulla qualità del manufatto. l'IndustriaI Designer che affiancava
il sistema produttivo industriale attraverso il disegno e l'invenzione
estetica, aveva ulteriormente allargato il solco di divisione fra lavoro
industriale e lavoro manuale.
Quello che caratterizza la nostra cultura, è la divisione fra lavoro
intellettuale e manuale che si manifesta anche come scelta ideale attraverso
la discriminante fra le scuole dell' obbligo per tutti, le scuole professionali
per alcuni e le università per pochi.
In questi anni di scelte economiche mirate, legate all'industria, si è
privilegiato il lavoro di quantità a quello di qualità,
rendendo il primo "bello" e desiderato; giornali e TV hanno
contribuito, attraverso la pubblicità, a cambiare il gusto degli
italiani e l'oggetto in serie bello (ed omologato) rappresentava pertanto
la conquista del benessere.
Dopo tanti anni, in cui la quantità del prodotto di serie è
riuscita a prendere il sopravvento sull'uomo e sul prodotto di qualità,
per necessità e
virtù "ritrovate", stiamo andando alla ricerca di un
nuovo modo di vivere contrapponendoci al mondo circostante con la "critica"
e il "giudizio", riscoprendo quasi un nuovo spazio ideale e
produttivo che è quello dell'artigianato.
L'uomo nelle società precapitaliste, dopo aver inventato la guerra
come primo lavoro, aveva compreso che attraverso il lavoro dei campi e
dell'artigiano era possibile comporre un mondo nuovo, dove gli scambi
commerciali erano il sistema sociale-produttivo che gli permetteva di
sopravvivere a se stesso; possiamo pensare al Rinascimento, dove il lavoro
intellettuale e manuale risiede nella stessa persona, attraverso l'invenzione
estetica.
Oggi, dopo aver percorso una lunga strada che è partita dall'artigianato
ed è arrivata alla manifattura e all'industrializzazione, siamo
giunti a scoprire che l'uomo, così facendo, sta perdendo una parte
di sé, che sente il bisogno di recuperare attraverso l'artigianato
artistico, le arti applicate, la fantasia e la memoria che possono diventare,
risorsa creativa e reattiva contro l' omologazione del "villaggio
globale", a difesa della memoria, dell'identità e della diversità.
Si tratta di un elemento strategico per un "destino antropologico"
della tecnologia e uno sviluppo sostenibile, di energia propulsiva per
una nuova qualità della vita e per assegnare un altro orizzonte
esistenziale e occupazionale alle giovani generazioni, e per affiancare
e formare
una nuova figura dell'artigiano metropolitano.
Sono felice di aver scritto questa presentazione per la Mostra dell'Artigianato
di Anghiari, sperando che da ora in avanti, attraverso le risorse umane
e dell' artigiano produttore, di scoprire una vita migliore in un "villaggio
globale" dove l'uomo sia finalmente al centro dell 'universo.
ANDREA FEDELI Presidente Regionale ASNAART CNA
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