Ricordi
Il nostro territorio, l'alta valle del Tevere si è sempre distinto
per una produzione di tipo artigianale. Questa peculiarità si è
consolidata specialmente in Anghiari dove si sono evoluti dal XVI secolo
ad oggi vari tipi di lavorazioni artistiche: dalle famose armi anghiaresi
ai vasi in terracotta (i cosiddetti cocci di Anghiari), il
tombolo e i mobili d'antiquariato. Dopo la fine della seconda guerra mondiale,
si è sviluppato uno dei mercati più prosperosi nel territorio
nazionale riguardo appunto all'antiquariato del mobile.
Quest'ultimo tipo di economia ha consentito ai falegnami di specializzarsi
come restauratori di mobili antichi. Insieme ai mercanti locali hanno
importato tecniche di lavorazione provenienti da altre nazioni, specialmente
dalla Francia e da zone limitrofe come Firenze dove l'artigianato
si è sempre contraddistinto per qualità e capacità.
In pratica, la mole notevole di lavoro di ripristino dei mobili ha fatto
cambiare la mentalità del falegname che si è specializzato
in stipettaio restauratore.
Per tramandare e qualificare questa attività, alla fine degli anni
50 sorse ad Anghiari l'Istituto Statale d'Arte per il Restauro del Mobile
che in questi decenni ha formato allievi dando loro una impostazione e
una sensibilità più approfondita e scientifica sulle tecniche
di costruzione e decorazione finalizzate al restauro ligneo, ed in particolare
del mobile.
Alla fine degli anni sessanta sono cresciuti presso la scuola d'arte giovani
diplomati con la possibilità di avere un confronto diretto con
gli artigiani del posto, che a dirla tutta, non vedevano, di buon grado
la preparazione degli allievi usciti da scuola.
In questo palcoscenico alla fine degli anni settanta mi sono trovato io,
studentello alle prime armi, in cerca di imparare qualcosa di più
pratico rispetto alla scuola che certamente ti insegna, ma non ti può
dare una formazione pratica di bottega.
La mia storia di artigiano
apprendista è cominciata mentre frequentavo il terzo anno della
scuola, con il professore supplente di plastica, Gianfranco Giorni.
Il professore è, diciamo era per convenienza, una persona fuori
dal normale stereotipo di insegnante classico, oltre ad avere grandi capacità
nella sua materia. La sua filosofia di pensiero era diversa dal resto
dei docenti.
Veduta di Anghiari
Pannello intarsiato in vari legni locali, tratto da unopera in
terracotta policroma di GianFranco Giorni
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