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SCHEDA TECNICA DELLORIGINALE
MISURE ORIGINALI DEL DIPINTO LARGHEZZA cm. 77 DIPINTA SU LEGNO DI CIPRESSO DATAZIONE XV SECOLO 1470/1480
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IL TRITTICO DI SANT'AGOSTINO OPERA RUBATA il 07 marzo 1994 L'arrribuzione del dipinto di Anghiari a Matteo di Giovanni,
avanzata dalla Logan nel 1952, non è più stata messa in
dubbio dalla critica. Formatosi a Siena dove è documentato già
nel 1452 nella cerchia del Vecchietta, Matteo avvia la sua attività
sulla scia dello stile del maestro sviluppando un linearismo vicino
all'esempio dei pittori e scultori fiorentini della prima metà
del Quattrocento, in particolare Andrea del Castagno, Antonio del Pollaiolo
e Donatello. Un esempio della produzione giovanile sono i già
citati 55. Pietro e Paolo e la predella con le Storie del Battista del
Museo di Sansepolcro, degli anni Sessanta del Quattrocento. A partire
dal 1470 circa, sopratutto in seguito al rapporto diretto coi miniatori
Liberale da Verona e Girolamo da Cremona, presenti a Siena rispettivamente
dal 1466 e dal 1470, Matteo di Giovanni evolve la propria pittura sino
a maturare una formula stilistica che lo segnala forse come il più
tipico e riconoscibile pittore senese del secondo Quattrocento. La dolcezza
musicale della linea, l'acutezza formale non disgiunta dal realismo
dei particolari, la lucentezza dei colori campiti quasi come smalti,
la caratterizzazione delle fisionomie delicate e sognanti, con le palpebre
socchiuse e quasi assonnate, danno la cifra di una pittura elegante
e aggraziata, affascinante per delicatezza e accordi cromatici, ma che
presto si è cristallizzata in una formula che non ebbe più
arricchimenti sino alla fine della carriera del pittore. |