La restituzione computerizzata è stata ricavata da una foto a colori di piccole dimensioni, riportata a grandezza naturale dell’originale quindi ripassata digitalmente e trasportata nel supporto ligneo preparato con ammannitura di gesso di bologna punzonato, appretto di bolo e successivamente dorato con foglia oro. La pittura è stata eseguita con colori a tempera, finitura resina mastice diluita in essenza di trementina.

LA STORIA DEL RESTAURO DEL TRITTICO RUBATO

Le tre tavole furono divise e inserite in maniera arbitraria negli spazi tra le semicolonne. La Madonna era stata riquadrata per meglio adattarsi allo spazio centrale con una cornice settecentesca in legno intagliato e dorato con foglie, volute e fregio a tulipani. Il trittico era racchiuso in origine, con tutta probabilità, in una carpenteria intagliata e dorata, ricca di colonnine e pinnacoli, coronata da intagli a motivi fogliacei A causa della presenza del Santo omonimo della chiesa non si può escludere che il trittico ornasse, al tempo della sua esecuzione, l'altare maggiore di S. Agostino, sul quale l'opera è stata sistemata per un breve periodo dopo il restauro.

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